Si è conclusa ieri l’istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (Inpai).
Ora il Mipaaf presenta le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del Rito del caffè espresso italiano tradizionale, che è anche vera e propria arte, e in subordine quella della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità.
Il Gruppo di lavoro Unesco del Mipaaf ha quindi deciso all’unanimità di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione.
La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
«Siamo consapevoli che la strada da percorrere non è finita e che ora la palla passerà alla Commissione Nazionale Unesco, e poi ancora a Parigi – dichiara Giorgio Caballini di Sassoferrato, Presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso Italiano Tradizionale – Eppure questo è un riconoscimento importante da parte delle Istituzioni che fa seguito all’appoggio trasversale dimostrato da tutte le parti politiche già dallo scorso 2019».
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prevista per il 31 marzo, l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.
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